Alien Isolation – Recensione

Nello spazio nessuno può sentirti… giocare!

Per gli appassionati di film di fantascienza pochi toccano le corde emozionali come il ricordo di un film del 1979 diretto da un ancora poco conosciuto Ridley Scott dal titolo semplice eppure maledettamente efficace… Alien.

Ambientato sulla astronave Nostromo la vicenda, straconosciuta, narra del lento massacro dell’equipaggio della suddetta navicella da parte di un alieno implacabile e feroce fino alla sua eliminazione da parte di colei che diverrà una vera icona dei film del genere… il tenente Ellen Ripley interpretata magistralmente dalla bravissima Sigourney Weaver.

Un film del genere, con l’inevitabile serie di sequel (dei quali l’unico all’altezza del capostipite si è dimostrato il secondo diretto da James Cameron… seppur di un sottogenere di sci-fi diverso) non poteva che essere fonte di ispirazione per il mondo dei videogames… e fin dall’inizio dello stesso.

Alieni e videogiochi

Personalmente, infatti, ricordo nitidamente videogiochi direttamente dedicati ai film già sul commodore 64 (“Aliens“..un gioco che mi fece una paura notevole) o comunque chiaramente “ispratii” ad esso (Project Firestart sempre su C64, la saga di Alien Breed sull’Amiga etc.) passando poi per Megadrive e Super Nintendo (con delle buone versione arcade dell’episodio 3) fino alle console di nuova generazione (per capirci… uno dei miei primissimi giochi sulla Playstation fu Alien Trilogy). La creazione inoltre di strani spin-off cinematografici, come Alien VS Predator, ha poi ovviamente generato inevitabilmente ulteriori filoni di giochi con protagonista il nostro xenomorfo preferito… con risultati complessivi assai altalenanti.

La maledizione dei tie-in

Ci sono leggende nate intorno ad una industria come quella dei videogame… una di esse è che sia molto difficile creare giochi ispirati ai celebri film (nomi in codice “tie in”) degni non dico di essere equiparati ai film ai quali si ispirano, ma perlomeno a non rovinarne il ricordo. Alien e la sua saga, purtroppo, non fanno eccezione in tal senso e anzi, paradossalmente, più le tecnologie videoludiche si sono affinate più il livello qualitativo dei giochi sull’alieno è clamorosamente decaduto fino a toccare il punto più basso con Alien Colonial Marines, uscito non troppi mesi fa su PS3 e Xbox 360 e meritevole di unanimi voti pessimi. Piccola specifica: non ho giocato a Colonial Marines (quindi nel caso specifico vado sulla fiducia di voti e giudizi letti) e per questo personalmente non solo non combattevo più contro xenomorfi gigeriani da più di un decennio (il citato Alien Trilogy su ps1) ma ero molto sospettoso di un nuovo progetto sul quale la Sega stava lavorando, chiamato Alien Isolation (disponibile per PS3, PS4, XBOX360, XONE E PC).

La Sega ci prova…

Più le prime informazioni sul gioco filtravano più tuttavia il mio interesse aumentava.

Innanzitutto gli sviluppatori chiarivano che non sarebbe stato l’ennesimo fps ispirato ad Aliens Scontro Finale (il secondo film) dove combattere, armati fino ai denti, centinaia di alieni, ma un progetto del tutto diverso, un survival/stealth/horror con riferimenti diretti al film originale di Scott: insomma le cose iniziavano a farsi interessanti ma i dubbi restavano. I primi filmati “in game” che la Sega pubblicò durante la programmazione me li fecero però svanire… stavolta forse c’eravamo! Avevamo un gioco almeno degno del film!

Premesso, nel primo film l’Alieno appariva poco o nulla: sapevamo ci fosse, che si muovesse lungo i condotti di areazione della nostromo e che potesse sbucare all’improvviso di fronte alla sua vittima, ma non molto altro. Più che un film di fantascienza era infatti un horror claustrofobico e disturbante, una sorta di “dieci piccoli indiani” in salsa fantascientifica… ed è quello che la Sega aveva deciso di trasporre sulle nostre console! Ci sarà riuscita? vediamo…

Figlia e Madre

Innanzitutto il plot: una nave spaziale viene mandata verso la base orbitante Sevastopol dove pare sia stata conservata la scatola nera della Nostromo. In questa nave spaziale ci siete voi, o meglio il vostro alter ego, o meglio ancora… la figlia di Ellen Ripley, Amanda Ripley! Vista la situazione il vostro interesse naturalmente sarà capire la sorte di vostra madre mentre chi vi accompagna avrà ben altri obiettivi e mandanti (non spoilero ma chi è ben conoscitore della saga sa bene a chi mi riferisco) Durante lo sbarco sulla Sevastopol tuttavia qualcosa va storto… enormi esplosioni scuotono la base orbitante e a causa di questo vi ritrovate da soli all’interno della base stessa, lontani dai vostri compagni di viaggio. A voi ricongiungervi con loro e scoprire cosa sta succedendo.

Disordini spaziali

Tramite l’accesso ad alcuni terminali della base Amanda scopre presto che qualcosa in essa non quadra: la proprietà della base stessa si trova a corto di fondi e sta licenziando man mano il personale umano (centinaia di persone comprese le famiglie) che vi lavora: tali operai inoltre stanno peraltro avendo problemi con i Sintetici Zero (per i non conoscitori dell’universo di Alien..si tratta di androidi dalle sembianze umane dalla intelligenza più o meno evoluta, dotati di forza prodigiosa e teoricamente dediti ai lavori preclusi agli umani) che pare stiano diventando man mano sempre più aggressivi nei confronti dei loro stessi “padroni umani”. Inoltre, dulcis in fundo, strane voci di sparizioni di personale stanno via via diventando più frequenti..c’è qualcosa che non va dentro Sevastopol!

La caccia ha inizio

Insomma, la povera Amanda ha i suoi bei problemi. Gli umani rimasti sono spesso riuniti in piccoli gruppi violenti, sbandati e armati per difendersi. I sintetici sono ormai pronti a “calmare” gli eventuali essere umani che incontrano..anche a costo di usare la loro (eccessiva) forza ed infine c’è..LUI… l’Alien!

Come nel primo film, per fortuna è un solo esemplare, ma vi assicuro che basta e avanza. Magari potreste pensare di esplorare l’intera Sevatopol (NB le navi orbitanti in questione sono enormi… in pratica equivalenti a piccole cittadine) alla ricerca di armi per combattere ogni nemico che incontrerete, pessima , pessima idea lasciatevelo dire! Questo gioco è diverso, la caccia a cui mi riferisco non è quella che forse potreste pensare..la preda siete voi e siete anche disarmati

Survival – Stealth – Horror

Mai come stavolta la categoria del gioco spiega tutto: è un SURVIVAL perché non dovete uccidere centinaia di nemici, come detto troverete solo una pistola con pochissimi proiettili e con essa a stento potrete difendervi dagli umani (non dai sintetici e men che mai da LUI!), è uno STEALTH perché, appunto per la tragica mancanza di armi, il vostro scopo principale e vitale sarà nascondervi per evitare i pericoli, è un HORROR perché… beh perché si ispira al film di Scott! Aspettatevi quindi corridoi bui, allarmi che scattano, rumori sinistri passi, luci lampeggianti che fanno intravedere ombre minacciose. Nulla è insomma lasciato al caso per farvi spaventare (specie se giocate al buio come faccio io, magari con un bell’impianto audio collegato).

Aggiungiamoci infine il leggendario “radar di movimento”, una sorta di precursore del gps dove voi siete il puntino centrale e quello che vi si muove attorno appare come un inquietante puntino il cui “bip” che diventa più veloce quando “qualcosa” vi si sta avvicinando (davanti? dietro, da sopra? chi può dirlo) e il quadro “horror” è completo.

Terrore, scoramento o noia?

E qui arriviamo alla particolarità del gioco: può diventare noioso! Si cammina spesso per minuti e minuti senza trovare anima viva (è il caso di dire…) e poi, all’improvviso, incontrate un gruppo di umani? Siete morti! Incontrate un sintetico? siete morti! Incontrate LUI? Siete stramorti! Inoltre, a differenza degli attuali videogame, qui il livello di difficoltà sembra tarato sui coin-op da bar degli anni 80! I save point sono pochi e spesso molto distanti l’uno dall’altro il che può portare nel giocatore medio un senso di frustrazione a dover rifare ogni volta la stessa cosa. Inoltre, mentre gli umani e gli androidi sono nel complesso abbastanza stupidi (sono riuscito ad ucciderne un gruppo dei primi usando 4 volte di fila lo stesso stratagemma “metal gear style” e ho scoperto che talvolta contro i sintetici basta correre per schivarli) tutto questo non può essere usato con LUI!

LUI infatti è stato dotato dai programmatori di una IA estremamente raffinata e complessa: non vi attaccherà mai due volte allo stesso modo e nello stesso luogo. Se vi capiterà di nascondervi un armadietto (stratagemma comune) non è escluso che la prossima volta possa immaginarselo e tirarvi fuori da esso come foste tonno in una scatoletta. In simili circostanze il fatto che sia dotato di sensi sviluppatissimi non vi aiuterà certo: se si avvincerà troppo infatti inizierà a “fiutare l’aria” e a voi toccherà trattenere il respiro (nel gioco premendo gli opportuni tasti, ma vi scoprirete a farlo anche voi stessi probabilmente) fino a che non si sarà allontanato… molto lentamente. Inutile dire che trattenere il respiro così porterà anche Amanda a perdere energia, quindi a voi la scelta: espirare sperando non vi senta oppure cercare di trattenerlo il più possibile.

Si poteva fare di più…

Anche tecnicamente il gioco può generare sentimenti contrastanti: l’interno della Sevastopol. I giochi di luce e ombre, fuoco fumo e vapori dei tubi, la luce di una piccola torcia in uno stretto condotto d’areazione completamente buio, effetti particellari di fuoco e polvere etc. sono semplicemente fenomenali ed è una ottima cosa visto che il gioco è basato soprattutto su simili particolari.

Tuttavia si riscontrano anche strane incertezze grafiche: le cut scene sono spesso scattose (e sarebbero in fondo filmati precalcolati su una console next-gen). Sarebbe poi stato preferibile una installazione magari più cospicua su hard disk ma che azzerasse o limitasse i tempi di caricamento: poiché essenzialmente il gioco consiste nel muoversi dal punto A al punto B della Sevastopol, il fatto che ogni singola area debba essere ogni volta calcolata (in circa 30, 40 sec) tende un po’ a spezzare il ritmo e il pathos. Niente di grave si intende ma forse si poteva lavorare un po’ di più su questo punto.

Non mi sono neppure molto piaciuti il charachter design dei personaggi, non molto realistici e quasi artefatti (ad esempio Killzone su Ps4 è altro livello in tal senso) e il doppiaggio piatto, ma qui si va su gusti personali, non sono fattori utili al gioco.

Sito Ufficiale  e di seguito Trailer Ufficiale:

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