Autoesclusione dal gioco, come funziona e i dati in Italia

Che il gioco d’azzardo possa diventare pericoloso è ormai risaputo. Gli stessi spot pubblicitari delle aziende di gambling invitano a “giocare responsabilmente”, una terminologia quanto mai discussa e discutibile.

Lo stesso settore però mette a disposizione dei giocatori alcuni piccoli strumenti per riuscire a controllarsi, evitando il pericolo della ludopatia: il limite massimo delle ricariche periodiche e l’autoesclusione. Tutti elementi che dipendono comunque dalla volontà dell’utente, ma costituiscono quanto meno un salvagente a cui aggrapparsi.

Da anni ormai le piattaforme digitali consentono ai propri clienti di selezionare l’importo massimo che possono accreditare nel loro account per un determinato periodo. Di solito si tratta di una settimana o di un mese, ma la durata può cambiare in base al sito. Considerando che il raptus del gioco fa perdere tanto in poco tempo, avere qualche giorno in più per riflettere sulla propria situazione psicologica può permettere di far risparmiare qualche soldo. O almeno di farli perdere soltanto con una certa cadenza settimanale. Tutto dipende dall’autocontrollo del giocatore, naturalmente.

La soluzione più drastica è però il sistema di autoesclusione dai casinò online, un procedimento che l’Italia ha recentemente deciso di semplificare. Il concetto alla base è piuttosto semplice e prevede l’estromissione volontaria dalle scommesse. I Monopoli di Stato hanno da poco annunciato il lancio del Registro Unico delle Autoesclusioni dai casinò online, che permetterà agli utenti di compilare un modulo online per chiedere di non essere più ammessi in alcuna piattaforma di azzardo. La novità principale consiste nel fatto che basta una sola richiesta per essere banditi da tutte le case da gioco, mentre fino a pochi mesi fa sarebbe stato necessario scrivere una lettera per ognuna. Con il vecchio sistema, bastava aprire un conto presso un altro operatore per ricadere nella tentazione. L’autoesclusione può essere a tempo determinato o indeterminato: in quest’ultima circostanza non si può essere riammessi al gioco prima di sei mesi dalla richiesta di revoca dell’autoesclusione.

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Il 2017 ha visto un lieve aumento nel numero di autoesclusioni, con un +6% che ha portato a cifra 56.000. A conti fatti, si tratta del 3% del totale dei giocatori online. L’obiettivo con questa nuova legge è alzare ulteriormente l’asticella, permettendo a chi si accorge di avere problemi ludopatici di trovare un appoggio. Nel 2017 i siti AAMS contavano 3,7 milioni di giocatori, di cui 2,2 hanno effettuato almeno una puntata. Quest’ultimo dato è in netta crescita rispetto all’anno precedente, per un +22% che lascia ben intuire verso quale trend stia andando il gioco online.

L’identikit del giocatore medio italiano rimane uomo, abitante nel Centro-Sud e abbastanza giovane, dai 25 ai 44 anni. L’autoesclusione è pensata anche per i neomaggiorenni che si accorgono da subito di avere qualche problema con l’azzardo, sebbene siano i disoccupati di età superiore ai 25 anni a preoccupare maggiormente. In generale comunque gli italiani hanno versato sui 3 miliardi di euro nei loro conti gioco nel 2017, 900 milioni di euro in più rispetto al 2016. Non stupisce dunque se l’online ha fatto registrare un notevole +34% nella sua raccolta, che sembra destinata a crescere nelle prossime annate. Con qualche garanzia in più per chi si accorge di non riuscire a smettere di puntare.

 

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