Tablet e smartphone: la notizia vola

Le macchine da scrivere sono relegate in un’area “museo”… Ma le regole di fondo del buon giornalismo sono le stesse. Come raccogliamo, filtriamo e distribuiamo le notizie coi social network cambia, perché i nuovi media sono «orizzontali»: cioè le news non arrivano più solo dai reporter che le scrivono, dall’alto al basso, ma emergono da un ecosistema in cui giornalisti, fonti e utenti si scambiano le informazioni in maniera orizzontale. Tutti i giornalisti della Stampa sono incoraggiati ad avere un account sui social networks e sono invitati a sperimentarli e a utilizzarli per lavoro. Fanno ormai parte integrante della vita di tutti i giorni e dell’innovazione che sta permeando i giornali. E’ un terreno nuovo e siamo tutti invitati a partecipare per capire come utilizzarlo al meglio. Con i social networks ogni giornalista ha un’opportunità in più per esprimersi professionalmente e il giornale per farsi conoscere. Tuttavia, poiché le attività di interazione e socializzazione di un giornalista che rappresenta il giornale sui social networks mettono in gioco l’immagine della testata, serve un decalogo di comportamento. L’impatto di una notizia su un sito di informazione (o su un blog) è maggiore quando è in tempo reale. E la gente lo riconosce. Soprattutto i più giovani che, ahimè, sono spesso a digiuno di quotidiani e tg, vedono nel www la possibilità non solo di farsi un’idea del mondo quanto più possibile globale e trasversale, ma anche di essere sulla notizia con l’immediatezza di un clic. Naturalmente i limiti ci sono, e sono delicatissimi. Una informazione senza filtri quella che viaggia su tablet e smartphone, è spesso una informazione non controllata, e la mancanza di monitoraggio genera mostri. Per questo il ruolo di chi lavora nell’editoria on line è, se possibile, ancora più delicato e stringente di chi frequenta la carta stampata.

E’ ancora una volta una questione di tempi, ma anche di capacità di intuire la portata di una notizia e di servirla al lettore così com’è, riservandosi poi l’approfondimento. All’interno del mondo di internet, la realtà che cresce più rapidamente, in modo tumultuoso, è quella del mobile, appunto smartphone e tablet (cresciuti come ricavi del 90% in un anno). Grazie a questi apparecchi le società che producono contenuti riescono a guadagnare non solo dalla pubblicità associata ai contenuti (pensate a un sito di informazione) ma anche dalla vendita dei contenuti stessi. Finora, in Italia, l’accesso ai siti dei quotidiani era gratuito. La gente inizia ad accettare che invece si debba pagare per scaricare, ad esempio, le applicazioni delle riviste. Una notizia non da poco, perché è la premessa per qualsiasi transizione al digitale dei media tradizionali. Ed è merito del New Internet, degli apparecchi mobili. L’Old Internet, quello in cui si naviga con i “pesanti” computer da desk, è invece ormai in fase stagnante. Nei luoghi della rete che forniscono notizie ed informazioni, il lettore può essere, anzi deve essere, il motore della notizia con le sue segnalazioni attraverso l’invio immediato di foto e immagini di eventi. Anche per i giornali e le tv è così, ma la peculiarità dell’on line sta nella interazione diretta che spesso rende l’utente giornalista, editorialista, moderatore o polemista. Oggi si consuma il pasto attaccati al video, tra un clic e un boccone fila via uno dei pochi momenti della giornata utili a scambiare quattro chiacchiere. Il paradosso è proprio questo: nell’era della comunicazione di massa e dei grandi media è divenuto difficile comunicare pure con il vicino di scrivania di redazione o ufficio. Tempestività ed approfondimento, dunque, ma anche sempre più interattività.

Antonio Francesco Martignetti

(Visitatori Attuali 24, 1 visite giornaliere)

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